Pianta della famiglia delle
rutaceae, distribuita nell'Europa meridionale. In Italia si trova allo stato
spontaneo qua e là nei luoghi rocciosi
soleggiati. Viene spesso coltivata negli orti come
pianta aromatica, per dare sapore a distillati
alcoolici.
GENERALITÀ La
ruta è un suffrutice alto fino a un metro, con rami erbacei glabri,
lucidi e glauchi. I rami inferiori sono lignificati e hanno una corteccia di
colore bruno-cenere. Le foglie sono disposte in
maniera alterna sul fusto; le inferiori hanno un lungo picciolo, mentre le
superiori sono sessili o subsessili. Ogni foglia è bi- o
tri-pennatosetta, è composta cioè da diverse foglioline di forma
oblunga o spatolata. Le foglie sono lucide, glabre,
di colore verde azzurrognolo o cenerino. Sono ricche di ghiandole oleifere,
visibili se si guarda contro luce in trasparenza. I
fiori sono disposti in una infiorescenza a corimbo
terminale. Ciascun fiore è formato da
quattro sepali lanceolati ad apice acuto e da quattro petali di colore
verde-giallastro, concavi, con margine dentato. I
frutti sono delle capsule allungate a superficie rugosa, ricoperta di ghiandole
resinose. A maturità la capsula si apre in 4-5 sezioni che contengono
numerosi semi piccoli, neri e rugosi. Per scopi
terapeutici si utilizzano le foglie o meglio le sommità
fiorite.
IMPIEGO
TERAPEUTICO Oggi la ruta viene prevalentemente
utilizzata come aromatizzante, ma nell'antichità questa pianta era
considerata una panacea universale. Secondo Plinio
fu Mitridate re del Ponto che ne scoprì le proprietà e ne diffuse
l'uso. Nell'antichità si utilizzava la ruta
come tonico nervino, come antispastico, diuretico, diaforetico, emmenagogo,
antiemetico, antisettico, nonché come antidoto di tutti i veleni e morsi
di serpenti o di insetti. Erano infine note, fin da quell'epoca le sue
proprietà abortive. Esternamente la ruta per
contatto prolungato è irritante e
vescicatoria. Internamente a dosi elevate, è
un potente veleno narcotico, poiché provoca violente infiammazioni
gastrointestinali, tumefazione delle mucose del cavo orale ed eccitazione. A
dosi ancora più forti dà vertigini, tremori, convulsioni e dolori
articolari. Per evitare questi inconvenienti anche gravi si consiglia di
utilizzare questa pianta in quantità sempre molto
limitata. A dosi medicinali di 2-5 g al massimo la
ruta agisce come stimolante, antispastico, emmenagogo, antiemorragico,
vermifugo, revulsivo, detersivo e
insetticida. Esternamente la ruta pelata può
essere utilizzata come rubefacente e detersivo nelle ulcere atoniche, come
revulsivo nel catarro polmonare cronico. I principi
attivi della ruta sono degli olii essenziali, costituiti principalmente da
metilnonilchetone, da eterosidi (il principale dei quali è il rutoside) e
da
furocumarine.
PREPARAZIONI -
Uso interno: si utilizza l'infuso, preparato con un grammo di foglie fresche o
mezzo grammo di foglie secche per tazza di acqua bollente. Si possono prendere
due tazze di questo infuso al giorno. Per uso
interno si utilizza anche la tintura, preparata con una parte di foglie per sei
parti di alcool, cioè 15-18 g di foglie fresche per litro di alcool a
50°. Si prendono gocce di questa tintura
sciolte in acqua o su una zolletta di zucchero due volte al
giorno. Queste preparazioni per uso interno sono
digestive, ma servono anche per curare le vertigini, le palpitazioni, le coliche
intestinali e i crampi di stomaco.
- Uso
esterno: si utilizza il decotto, preparato con 10-30 g di sommità fiorite
secche finemente sminuzzate per litro di acqua. Si lascia bollire per 10 minuti,
a freddo si filtra per tela. Il decotto così
ottenuto serve per fare sciacqui e lavaggi o per preparare compresse
imbevute. Queste preparazioni per uso esterno sono
utilizzate come rubefacenti e come detersive sui processi ulcerativi
dell'epidermide.
RACCOLTA E
CONSERVAZIONE Le sommità fiorite si
raccolgono al momento dell'inizio della fioritura, che va da giugno ad agosto.
Si recide la pianta un 15-20 cm al disotto delle infiorescenze, evitando sempre
di tagliare la parte legnosa del fusto. Le sommità fiorite si riuniscono
in mazzi di 10-15, si legano e si fanno essiccare all'ombra appendendole a un
filo teso. La ruta si conserva in sacchetti di
carta sigillati o in recipienti di vetro scuro chiusi. Va rinnovata ogni
anno. La coltivazione della ruta non presenta
difficoltà, sia che si operi un trapianto, sia che si parta da seme. Si
raccolgono i semi da piante ben sviluppate alla fine di settembre e si pongono
in semenzaio all'inizio di primavera. Ottenute delle piantine alte 5 cm, si
possono mettere a dimora in terreno, a una distanza di 30 cm una dall'altra, in
file distanti 40 cm. Operando frequenti sarchiature
e concimazioni bilanciate all'inizio della primavera, la coltura della ruta
darà ottimi risultati, soprattutto se la si assisterà d'estate con
irrigazioni settimanali. Da una coltivazione di
ruta si possono ottenere due sfalci all'anno.
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